È importante imparare a distinguere la sensibilità (intelligenza del cuore) dall’ipersensibilità, che dovremmo rinominare come suscettibilità, reazione eccessiva e sentimentalismo.
Ciò che le persone confondono molto spesso con la sensibilità, una qualità che appartiene allo stato di consapevolezza, sono invece dei disturbi emotivi dati dal carico interno dei blocchi emotivi e delle ferite non risolte, che solitamente chiama “ipersensibilità”: un disturbo emotivo fatto passare per una qualità.
Fare di tutto un mescolone serve spesso a fare passare delle cose per delle altre per una questione di comodo…
Le vere qualità sorgono dal nostro Centro Interiore, mentre quelle false sorgono dalla periferia, dal nostro ego-personalità, dalla nostra facciata, quella che mostriamo agli altri per apparire.
La sensibilità è una “modalità percettiva” che dipende dalla consapevolezza, e mai una reazione emotiva alle circostanze – una reazione di tipo stimolo-risposta appunto, come accade invece con l’ipersensibilità.
La sensibilità, quella vera, è sempre inversamente proporzionale alla quantità di ego presente in uno stesso. E per ogni qualità reale, per ogni qualità Essenziale, esiste un surrogato di “qualità” generato dell’ego.
La sensibilità non è mai eccitazione emotiva, o bisogno di provare forti emozioni per sentire di esistere.
La sensibilità è cogliere l’essenza profonda di ogni cosa, persona e situazione, nel momento presente.
Grazie alla consapevolezza e alla sensibilità, trovi un profondo valore in ogni piccola cosa, e smetti di rincorrere le grandi cose solo per appagare l’ego.
Raccogli un piccolo sasso o una piccola foglia…
E scopri un mondo intero dinnanzi a te.
Roberto Potocniak
Sensibilità ed iper-sensibilità

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